Trasparenza: Castiglione si dimetterà?

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castiglioneDi Salvo Barbagallo

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Le dimissioni (forzate) del ministro Lupi continuano a provocare scombussolamenti all’interno delle forze del Governo Renzi. Angelino Alfano è preso di mira dagli stessi suoi fedelissimi che lo accusano d’essere la ruota di scorta del premier e di non avere difeso, come avrebbe dovuto, Maurizio Lupi. Ora Matteo Renzi, per non essere accusato a sua volta di “parzialità” e comunque di essere trasparente solo a parole, ma soprattutto per non prestare il fianco a qualsiasi tipo di manovra che lo possa mettere a rischio, dovrà mettere “a riposo” (questa è la teoria, la pratica può essere tutt’altra cosa) i sottosegretari il cui operato è al vaglio della magistratura. Operazione oltremodo delicata, quasi una “mission impossible”, tenuto conto che qualche sottosegretario è dell’Ncd di Alfano. Insomma, le dimissioni del ministro delle Infrastrutture hanno provocato quello che era facile prevedere: tensioni e scollamenti a vario livello.

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Ma chi sono i sottosegretari che dovrebbero chiarire le loro posizioni con i magistrati? Il quotidiano “Corriere della Sera” ne ha presentato i profili:

FRANCESCA BARRACCIU

Francesca Barracciu (Pd) sottosegretario ai Beni Culturali, indagata per peculato nell’inchiesta «spese pazze» dei gruppi regionali sardi. Si dice tranquilla, convinta di non dover fare alcun passo indietro «avendolo già fatto da candidata presidente della Sardegna» dopo aver vinto le primarie. «Fatti che risalgono a 8 anni fa».

FILIPPO BUBBICO

Filippo Bubbico (Pd), sottosegretario all’Industria, sostiene che la sua indagine per abuso d’ufficio è «chiusa del tutto, il fatto non sussiste».

VITO DE FILIPPO

Sottosegretaro alla Salute(Pd). Chiarisce che il procedimento che lo riguarda è «per una fornitura di francobolli effettuata dalla mia segretaria» quando lui era presidente della Basilicata. Importo da 2.300 euro considerato «non rendicontabile». «Aspetto con fiducia iter giudiziario e se sarò condannato per 1.200 euro di francobolli mi dimetterò».

UMBERTO DEL BASSE DE CARO

Sottosegretario alle Infrastrutture (Pd) sostiene di «non essere indagato. Continuano ad attaccarmi anche se ho un procedimento di archiviazione».

GIUSEPPE CASTIGLIONE

Sottosegretario all’Agricoltura (Ncd) giura di «non avere ricevuto alcun avviso di garanzia» e di non avere nulla a che vedere «con la gara d’appalto di 98 milioni del Cara di Mineo, poiché quando fu bandita io non ero più soggetto attuatore da ben 18 mesi». A proposito delle inchieste sugli appalti aperte dalla Procura di Caltagirone e dalla Dda di Catania Castiglione aggiunge: «Fui nominato dall’ex ministro Maroni nel luglio del 2011 in piena emergenza immigrazione che è poi cessata nel dicembre del 2012, l’ultima assemblea dei Comuni da me presieduta risale a giugno del 2013, da quel momento non sono stato più soggetto attuatore: la gara d’appalto risale al 2014». «Resto a disposizione dei magistrati per fornire qualunque elemento sulla mia gestione improntata alla linearità e alla trasparenza».

DAVIDE FARAONE

Sottosegretario al Miur, renziano.  Lambito nell’inchiesta sulle «spese pazze» all’Assemblea regionale siciliana. A suo tempo disse di essere «indagato per un importo di 3.300 euro e posso dimostrare che si tratta di soldi spesi per attività politica»

Questi sottosegretari, se indagati o se compromessi in questioni di “trasparenza”, dovrebbero fare un passo indietro, come lo ha fatto Maurizio Lupi “non indagato”, per non provocare danni, diretti o indiretti, al Governo.

Sui personaggi politici indicati non entriamo nel merito delle cosiddette “trasparenze”: se ci sono indagini su di loro riguardano esclusivamente la magistratura e non possono essere materia di gossip. Comunque stiano le cose, si vedrà. Quel che è prevedibile è che le poltrone (conquistate o donate per meriti) si lasciano con difficoltà e che l’esempio di Maurizio Lupi altrettanto difficilmente sarà seguito.

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